Verona, i ristoranti per ipovedenti

Verona, i ristoranti per ipovedentiIl progetto è nato sette mesi fa e da ieri è diventato realtà: dieci ristoranti (ma il numero è destinato a crescere) di Verona e provincia, aderendo all´invito della cooperativa Azalea e della sezione di Verona dell´Unione italiana ciechi, si sono attrezzati in modo da agevolare l´ospitalità delle persone ipovedenti, adottando menu in braille e una serie di accorgimenti specifici su come apparecchiare la tavola, disporre posate e bicchieri e servire il cibo nei piatti.
L´iniziativa è stata presentata da Confcommercio che, tramite l´associazione ristoratori scaligera, se ne è fatta promotrice, all´interno del più ampio progetto «Turismo per tutti, nel cuore dell´ospitalità» che vede la partecipazione anche della Provincia di Verona.
«Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia e crediamo che potrà fare scuola. Questo del resto è solo l´inizio, molti altri ristoranti potranno aderire alla proposta, pensata per abbattere le barriere che limitano le persone con problemi della vista», ha spiegato il presidente di Confesercenti Paolo Arena, affiancato dal presidente dell´associazione ristoratori Gianni Veronesi. «Siamo convinti che potrà anche diventare una valida risorsa turistica».
I dieci ristoranti che hanno aderito sono la Locanda dei Capitani e Il Bersagliere a Verona, La Stua di Erbezzo, la trattoria Da Brinchi di Caselle di Sommacampagna, Il Gargano di Villafranca, La Tavola di Dossobuono, il Bue d´Oro di Valeggio sul Mincio, il ristorante La Carica di Pastrengo, la Locanda Le Salette di Fumane e il Gran Can di Pedemonte.
«La disabilità sensoriale», ha spiegato la presidente dell´Unione italiana ciechi di Verona Roberta Mancini, «è ancora poco considerata: è più facile che si ponga attenzione alle barriere architettoniche, per esempio alla necessità di ascensori per chi è in carrozzina, che ai problemi e alle esigenze di chi ha una disabilità della vista o dell´udito. Per questo tale iniziativa per noi è molto importante, come inizio di una nuova cultura dell´accoglienza. Bastano pochi accorgimenti per rendere accessibili a tutti i locali. Ricordiamo che quando entra in una stanza nuova, l´ipovedente ha solo il 17% delle informazioni disponibili, contro l´83% delle persone normodotate».
«Questo progetto rientra in un percorso che da tempo la cooperativa Azalea porta avanti», ha spiegato il presidente di Azalea Giuseppe Turrini. Azalea è infatti una cooperativa che opera da anni nell´ambito socio assistenziale a favore dei soggetti deboli, assicurando lavoro ad oltre 500 persone. «Il nostro intento è di sostituire alla logica della separazione tra "normali" e "malati" una logica dell´inclusione, in cui la cura sta proprio nella relazione: un cambiamento che si realizza senza spese, e chiede invece partecipazione e collaborazione»
Il vicepresidente dell´Unione Italiana ciechi Giovanni Vangi ha quindi dimostrato il funzionamento di un semplice apparecchio tecnologico (costa 80 euro) che «legge» e trasforma gli scritti in informazioni vocali, a beneficio di chi non conosce il braille: può leggere il menu ma anche la scritta «toilette», tanto per fare qualche esempio. E il presidente Arena ha garantito l´acquisto per i dieci ristoranti del progetto.

Alessandra Galetto